domenica 26 giugno 2011

Sonisphere 2011 @ Imola (BO)

Iron Maiden, Slipknot, Motorhead, Papa Roach, Rob Zombie, Mastodon, Apocalyptica

Dopo un viaggio a dir poco pazzesco (sei ore per fare poco meno di 250 km!!!) arriviamo all’autodromo di Imola che gli Apocalyptica hanno appena iniziato. La location e come il tutto è distribuito nell’area mi hanno lasciato perplesso: di concerti e festival ne ho visti tantissimi, ma per la prima volta mi sono sentito a disagio. Striscia di asfalto lunga e stretta quanto il fronte del palco non permetteva di spostarsi, pochi bagni chimici (molti senza acqua corrente), pochi bidoni per la spazzatura, stand di cibi e bevande ai lati lungo tutta la location a mò di fiera del paese. In compenso la qualità e la varietà del cibo erano soddisfacenti.
***
Il primo gruppo che riesco ad ascoltare (ed effettivamente il primo gruppo che mi interessava ascoltare…) sono gli Apocalyptica. Era la prima volta che li vedevo, e tutto sommato sono divertenti e bravi. Ovviamente il pubblico li apprezza più per le cover (per cui sono diventati famosi) che per i pezzi propri, però è bello vedere fare del tapping su un violoncello!!! Si sbattono davvero non poco e salutano tutti con l’intro dell’inno nazionale italiano. Promossi.





E’ il turno dei Mastodon, autori di una specie di southern/sludge metal. Look molto redneck, musica confusa e impastata, non mi hanno convinto molto. Non li conoscevo e non mi hanno incuriosito a tal punto da cercare qualcosa della loro discografia. Inutili.





Tocca a Rob Zombie dopo un lunghissimo sound check / cambio palco. Fanno bella mostra sul palco scheletrini e gigantografie di classici b-movie horror anni 50. Si presentano tutti con pesantissimi costumi molto scenografici. Divertono con la loro musica che sembra un mix di Lordi e Marilyn Manson, proponendo anche hit dell’era White Zombie, ma personalmente dopo un po’ trovo i brani un po’ troppo simili tra loro mentre Rob Zombie è molto teatrale ma la sua voce non convince. Lanciano palloni da spiaggia sul pubblico per il loro ‘rock party’ e, brano dopo brano, alleggeriscono i loro costumi. La loro presenza in un festival ci sta in quanto fanno la loro (letteralmente… ^_^) sporca figura. Tamarri e divertenti.















Con i Papa Roach si entra nel territorio nu metal. Decidono di coinvolgere subito il pubblico con un ‘jump – jump – jump’ a tempo di batteria, e dopo 10 secondi comincio ad odiarli. C’è tutto quello che ci si aspetta: tempi cadenzati, chitarre ribassate, ritornelli orecchiabili, parti hip-hop. Irritanti.





Alle 17.45 inizia veramente il festival: Motorhead! Arrivano sul palco, con Lemmy forse alticcio che biascica qualcosa del tipo ‘We are Motorhead… and we play rock and roll!’, e attaccano subito con ‘Iron Fist’. E’ incredibile come ogni volta che li vedo riescono sempre a conquistarmi con la loro musica! Dee alla batteria è di una potenza mostruosa e Campbell alla chitarra ha sempre quell’aria da ‘figo bastardo’… Sempre stupenda ‘Killed by death’ con Lemmy che ghigna sul ritornello divertito. In 45 minuti concentrano il lato duro del rock con classici e nuovi pezzi, annichilendo tutti. Immensi.












Rivedo gli Slipknot dopo 11 anni (Gods of Metal 2000) e ho constatato che l’audience è cambiata. Allora ci furono insulti, lanci di bottiglie e oggetti vari, uno di loro quasi si picchiò col pubblico… Invece oggi ¾ dei presenti dimostra di apprezzarli, anche se avanti con l’età o con maglie da ‘defenders’. Visivamente è stato un bello spettacolo, con tutti gli otto membri che sono scatenati e indiavolati. Hanno le stesse maschere del 2000 e non risparmiano fiamme e botti. In alcuni momenti sono eccessivamente presenti basi e sampler, ma la resa non è come da cd. I fan apprezzano in modo entusiastico la scaletta e il folle lancio del dj che si è arrampicato su una cabina in cemento alta circa quattro metri. Questo dovrebbe essere il tour di addio, fatto in memoria del bassista Paul Gray morto nel maggio 2010 per una overdose di morfina e fentanyl: infatti, sin dall’inizio dello show, era presente sul palco la tuta e la maschera del ‘nono’ membro, mentre non è stato menzionato il bassista che ha suonato con loro dal backstage. Folli.





















E’ il momento degli headliner! Per lo show degli Iron Maiden viene allestito un palco molto futuristico, in linea con le copertine degli ultimi album. La registrazione di ‘Doctor, doctor’ fa serrare i ranghi, nel frattempo vengono accesi i due megaschermi posti ai lati del palco da dove parte un’intro audio-video di ‘Satellite 15’. I nostri partono con ‘The Final Frontier’ e subito si nota la grandezza dei musicisti (li ho visti per la terza volta e da questo punto di vista non hanno mai deluso) e qualche problema con il microfono di Dickinson che non risparmierà un cazziatone agli organizzatori del festival. I pezzi "della nuova era" sono quasi belle suonate dal vivo, però è innegabile che i brani più coinvolgenti (e che tutti aspettano) sono quegli storici. Nonostante l’età avanzi (alcuni primi piani sono stati impietosi…) da un punto di vista tecnico sono sicuramente il top della scena heavy metal mondiale, peccato che la scaletta preveda alcuni pezzi recenti di troppo che smorzano un po’ l’energia dello show. Immancabile l’apparizione di Eddie, sempre più futurista (e sempre più brutto) con tanto di webcam impiantata sulla testa in modo da vedere sugli schermi il ‘suo punto di vista’, mentre sul finire dello show emerge dalle spalle di Nicko McBrain il mega testone di Eddie stile Fear of the Dark. Lo show che sembrava appena cominciato finisce con ‘Running Free’ e lanci di bacchette, plettri, pelli di batteria, polsini e cappellini. We want more! Ma come tutte le cose belle, anche questo festival è finito e, facendoci spazio tra la spazzatura, ci portiamo verso l’uscita ‘ad imbuto’…
SETLIST:
Doctor Doctor (UFO – intro)
Satellite 15… The Final Frontier
El Dorado
2 Minutes to Midnight
The Talisman
Coming Home
Dance of Death
The Trooper
The Wicker Man
Blood Brothers
When the Wild Wind Blows
The Evil That Men Do
Fear of the Dark
Iron Maiden
The Number of the Beast
Hallowed Be Thy Name
Running Free